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CARO BOLLETTE-AZIENDE IN FALLIMENTO, RISCHIO ECATOMBE


COMUNICATO STAMPA


Caro bollette - Aziende in fallimento, rischio ecatombe

Sorgente (M5S): “Energy Recovery Fund, tetto al prezzo del gas e tassare gli extraprofitti miliardari delle multinazionali. Per colpa di Draghi mancano 9 miliardi all’appello”.


Il grido di allarme delle imprese livornesi di fronte all’aumento continuo del costo del gas e dell’elettricità preoccupa sempre più. Troppe le attività che stanno andando incontro al fallimento. Si rischia un’ecatombe. Propone una soluzione la candidata livornese M5S alla Camera Stella Sorgente.

«Come Movimento 5 Stelle - spiega - proponiamo 3 strade: tetto al prezzo del gas e tassazione degli extraprofitti, ma prima di tutto un rapido scostamento di bilancio per ridare ossigeno ad attività e famiglie ormai sull’orlo del baratro economico. Questa è un’emergenza nazionale e va gestita come tale, perché se è vero che fare uno scostamento di bilancio significa fare altro debito, è altrettanto vero che questa emergenza va gestita finanziariamente come abbiamo fatto con la pandemia, concordando subito con l’Europa una diversa contabilizzazione di questo nuovo debito: un Energy Recovery Fund».


Relativamente al tema degli extraprofitti, secondo Sorgente «a dover essere tassate non possono essere solo le aziende che producono energia, ma tutte quelle che hanno creato speculazione (e non surplus) durante il periodo pandemico, soprattutto il comparto farmaceutico e assicurativo. Il Governo Draghi ha scritto una norma in tal senso, ma solo relativa al settore dell’energia, recuperando solo 1 miliardo dei 10 previsti. Quindi mancano all’appello ben 9 miliardi».


Relativamente poi al tema energia, «sono almeno 7/8 anni - fa notare Sorgente - che proponiamo un Piano Energetico Nazionale, di sganciarci dalle fonti fossili per superare la dipendenza energetica, di investire in energie rinnovabili che tutelino ambiente e posti di lavoro. Siamo convinti che anche gli enti locali possano contribuire a sostenere famiglie ed imprese, laddove i loro bilanci lo consentano. Il Comune di Livorno, ad esempio, aveva a disposizione un tesoretto di 10 milioni di euro di avanzo libero a disposizione. Di questi, 3 milioni sono serviti per i maggiori costi dell'energia per gli immobili comunali, altre risorse per scongiurare aumenti Tari e il pagamento della prima lettera auto. Ma allo stesso tempo è stato speso oltre 1 milione di euro in eventi gestiti dal LEM con ricadute spesso parziali sul territorio e solo limitate ad alcuni settori commerciali. Bisognava avere una visione di più lungo periodo: invece di investire sull' “estate più lunga del mondo” sarebbe stato meglio risparmiare risorse per scongiurare l' “inverno più freddo di sempre”».


«Nonostante la grave crisi - conclude -, alle imprese sono arrivate le briciole e Draghi invece di agire non ha fatto che rinviare, nonostante il problema fosse già chiaro da tempo, segnalato dal Presidente Conte a Draghi stesso già 6 mesi fa. Ora basta. Non si può più rimandare».



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