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SUL SETTORE PATRIMONIO DEL COMUNE DI LIVORNO




Quando un sistema non funziona, i primi a pagarne le conseguenze sono i cittadini.


Questo è accaduto in passato anche con il settore patrimonio del Comune di Livorno, fulcro centrale di una inchiesta, avviata dall’ennesima denuncia dell’ex Sindaco Nogarin, che sta coinvolgendo un ex funzionario comunale e altri 10 imputati. Fatto salvo il principio della presunzione di non colpevolezza, non possiamo esimerci da sottolineare che nel settore patrimonio c’era evidentemente più di qualcosa che non funzionava.


Col senno di poi possiamo dire che il rapporto con i cittadini è la vera cartina al tornasole che dimostra se un sistema amministrativo sia funzionale a trovare soluzioni ai bisogni dei nostri concittadini o, viceversa, se rischi di essere utile a soddisfare altro: talvolta anche clientele ed interessi particolari. E infatti, il settore del patrimonio fu attenzionato, anche perché molti cittadini che provavano a chiedere informazioni sui beni del patrimonio comunale non sempre riuscivano ad ottenere quanto legittimamente richiesto, oppure ancora dovevano attendere tempi biblici per avere adeguati riscontri alle domande fatte, nonché affrontare lungaggini burocratiche potenzialmente infinite che talvolta parevano insormontabili.


Anche grazie all'ascolto della cittadinanza, l’Amministrazione 5 Stelle venne quindi a conoscenza di una situazione preoccupante e fuori controllo, intollerabile per chi davvero crede che il progresso sociale si raggiunga grazie all'apporto di tutti. Un sistema in cui spesso neanche i membri della Giunta riuscivano ad entrare facilmente in possesso delle informazioni richieste. Sussistevano anche grossi ritardi nelle procedure di valutazione degli immobili inspiegabilmente affidate ad un unico funzionario nonostante si fosse richiesto fin da inizio mandato di dedicare altre professionalità, pur presenti in organico, per questo ruolo.


Il nostro consigliere del Movimento 5 Stelle Valter Sarais propose una possibile soluzione: istituire uno sportello per il patrimonio, al quale fu richiesta la partecipazione dell'assessore allo sviluppo economico, con il compito di ricevere su appuntamento i cittadini alla presenza degli uffici. Il consiglio la votò all'unanimità.

Il sistema funzionò: diversi cittadini colsero questa opportunità e fu un vantaggio anche per l'amministrazione perché si poterono fare analisi più mirate su beni che non si sapeva neanche di avere. Abbiamo recentemente riproposto la medesima mozione in Consiglio comunale per rilanciare un’idea che rimane valida per il presente e per il futuro, per rilanciare un settore strategico come quello del patrimonio.


Per amministrare bisogna davvero ascoltare i cittadini, non solo con le sceneggiate del portone del comune spalancato, ma con gli archivi e i fascioli aperti e alla luce del sole.

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