“Riqualificare via Grande significa ridare lustro e slancio all’intera città. Significa valorizzare le attività commerciali che si affacciano sulla strada, significa dare lavoro alle decine di operai edili e pavimentisti che lavoreranno nel cantiere e significa soprattutto contribuire a rendere Livorno più bella.”
A dirlo non è l’attuale sindaco Salvetti, ma l’ex sindaco Nogarin, nel dicembre del 2018. Progetto e finanziamenti erano pronti per dare finalmente lustro ad una zona importante della città, coadiuvando i commercianti nelle loro attività e offrendo decoro a una delle strade più importanti di Livorno per i cittadini.
Al contrario, nel turbine della furia di cancellazione di quanto era stato fatto prima, Salvetti, il PD, Casa Livorno, Articolo Uno (Futuro! Non esiste più in consiglio comunale) vollero cambiare le carte in tavola. Già dalla campagna elettorale, Salvetti e i suoi sodali puntarono sulla palladiana come simbolo dello sfregio architettonico.
In realtà, quella dei portici di Livorno, è una pavimentazione povera, dettata dalla penuria di risorse del periodo post-bellico. Il progetto razionalista di Via Grande porticata nasce in epoca fascista e doveva avere caratteristiche architettoniche del tutto simili a Via Roma di Torino, che ha tuttora una pavimentazione in granito.
Ebbene, dopo 4 anni e mezzo di attesa in un degrado e un’incuria sempre maggiori, la città si sveglia scoprendo che il bando di gara è andato deserto.
I validi tecnici comunali che avevano creato un progetto a costo zero, sono stati mortificati dall’architetta-assessora Viviani che ha preferito spendere € 570.000 frugando nelle tasche dei cittadini livornesi per una nuova progettazione, affidata a una società fiorentina che ha fatto lievitare il costo delle opere di ulteriori € 1.000.000 (presi sempre dalle solite tasche).
Con tutto ciò premesso, i lavori sono ancora lontani dall'iniziare, ma quello che salta all’occhio sono le parole del sindaco, che si arrampica sugli specchi nel cercare scuse dopo 4 anni di costi ma nessun risultato.
Peraltro, non è la prima volta che il Comune di Livorno-Salvetti style manda i bandi deserti: un anno fa ad esempio nessuno si candidò per gestire la spiaggia dei tre ponti, essendo previsto l’affidamento in luglio, a stagione balneare abbondantemente iniziata.
Il Sindaco afferma sul Tirreno, nella sua giustificazione, “Dall’agosto 2022 al marzo 2023 in Italia sono state 517 le gare deserte” e che “abbiamo intrapreso un ragionamento che ci porta a lavorare su una procedura negoziata semplificata con invito ad almeno tre operatori” oppure “si potrebbe fare una nuova procedura con eventuale modifica dei criteri” e infine “potrebbero esserci soggetti interessati a proporre un partenariato pubblico-privato per la realizzazione dell’opera.”
Dimostrando di aver studiato, conosce benissimo le procedure ma, assorbito dall’ossessione del taglio di nastri, forse, gli manca di sapere quanto dice l’Autorità Nazionale Anticorruzione e Trasparenza - Anac, a proposito del “vizietto” italiano delle gare deserte:
“In Italia in genere le amministrazioni appaltanti diventano più libere di muoversi, facendo cadere alcune regole, abbassando a volte l’asticella. Le opzioni a disposizione sono tante: si può avviare una procedura negoziata invitando direttamente gli operatori economici, si può riscrivere il bando con prezzi e requisiti minori, si può scegliere l’affidamento diretto, spezzettare l’appalto in lotti di importo inferiore rispetto a quello che fa scattare l’obbligo della gara.”
“Ed è qui che sorge il dubbio sul perché esistono le gare deserte. L’ipotesi che si scelga di fare andare una gara deserta, ci porta a pensare a possibili accordi precedenti tra imprese sul territorio, come viene affermato da esperti di appalti dell’Anci. Questo sistema può portare le imprese, volontariamente o involontariamente, a mettersi d’accordo per indurre la stazione appaltante ad esempio a mettere più soldi sul piatto o a modificare al ribasso i requisiti.”
Il M5S Livorno vuole escludere che questa sia la fattispecie del Bando di Gara deserto per l’appalto dei lavori di via Grande. Vedremo nei prossimi mesi cosa uscirà dal cilindro del PD, dell’assessora Viviani e del Sindaco Salvetti.
Noi vigileremo in Consiglio Comunale sulla scelta che verrà fatta, facendoci portavoce dei cittadini e garanti dei loro interessi nelle istituzioni, come sempre.
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