
Asa
Referendum: naufragherà anche in ASA?!
Nel giugno del 2011 26 milioni di italiani votarono “SI” ai due referendum sull’acqua pubblica.
Anche il Gattopardo di Firenze, Matteo Renzi, il 3 giugno sostenne, a parole, questa battaglia con uno dei suoi tweet, tanto cari alla sua propaganda: “Dico sì all’acqua pubblica”. Ancora una volta il tempo è galantuomo e il PD mostra, a tutti, la sua vera faccia, fatta di politiche che puntano alla privatizzazione dei beni comuni andando a braccetto con i grandi gruppi privati. A 5 anni di distanza il voto popolare è stato completamente tradito: mutilata da una serie di emendamenti da parte della maggioranza, che hanno completamente stravolto il senso, nei prossimi giorni la legge approderà al dibattito parlamentare. Un po’ come accadde con la consultazione del’93 sul finanziamento pubblico ai partiti, i soldi usciti dalla porta, rientrarono dalla finestra come “rimborsi elettorali”.
Il decreto attuativo della Legge Madia n. 124/2015, con lo stralcio dell’articolo 6 che prevedeval’affidamento del servizio idrico ai soli enti di diritto pubblico (ed escludeva così le S.p.A.), ha stravolto gli esiti referendari, tant’è vero che Federica Daga (M5S) ha annunciato il ritiro della firma dalla legge dell’intero gruppo del Movimento 5 Stelle.
Molte società che gestiscono l’acqua sono state già privatizzate: di fatto è un contocircuito perché il Patto di Stabilità impedisce di investire le risorse necessarie ai processi di ripubblicizzazione, stimati, dall’Autorità per l’Energia, attorno ai 65 miliardi in 30 anni.
Ed a Livorno come è la situazione?! ASA S.p.A. gestisce il servizio idrico integrato (acquedotto, fognatura e depurazione) nella ATO 5 “Toscana Costa”: 33 comuni nelle provincie di Livorno, Pisa e Siena per un totale di 360.000 abitanti, oltre ad occuparsi della distribuzione del gas in 5 comuni fra cui la nostra città. La società è mista pubblico/privato: 40% è nelle mani del privato IRETI spa (gruppo IREN), l’altro 60% è pubblico, dove Livorno ha il 36% del capitale ed il resto è suddiviso tra i comuni minori.
La volontà dell’Amministrazione Comunale livornese è chiara, a partire dal DUP 2016: “ASA tutta pubblica”, con uno studio sui “possibili percorsi finalizzati alla ripubblicizzazione della società”, distinguendo l’iter della risorsa acqua dal percorso del gas, in vista della prossima gara di distribuzione a livello di Atem.
In questi giorni si voterà il bilancio del 2015 ed a breve verranno rinnovati gli organi di gestione che sono in carica dal 2013: il Consiglio di Sorveglianza, formato da 11 membri che a sua volta voterà il Consiglio di Gestione formato da 3 soggetti. Il Consiglio di Sorveglianza in scadenza vede come presidente, Fabio Baldassarri, ex sindaco di Piombino ed ex presidente della giunta provinciale. Mentre a capo del Consiglio di Gestione troviamo il democristiano Fabio Del Nista, ex assessore comunale alle finanze. Iren non fa mistero di mirare ad ottenere il 50% più uno del pacchetto azionario di ASA, puntando, indifferentemente, o ad un aumento di capitale, che i comuni non potrebbero sottoscrivere, oppure all’acquisto delle quote dei comuni minori.
Questi amministratori rispetteranno la volontà dei propri concittadini o saranno “costretti a vendere per “fare cassa”?
I segnali non sono assolutamente positivi visto che il documento presentato dai consiglieri del Movimento 5 Stelle di Piombino, che impegnava l’amministrazione piombinese a mantenere la quota di ASA è stata bocciata dalla maggioranza di centrosinistra.
Speriamo in un colpo di coda, grazie ai Movimenti per l’acqua e tutti quelli amministratori che rispetteranno la volontà degli italiani.
PS il 17 aprile vota SI, ferma le trivellazioni e salva il nostro mare!