L’Unità, il giornale fondato da Antonio Gramsci, uno dei più grandi pensatori italiani, torna in edicola. Tuttavia, in un articolo del 27 luglio 2014 apparso sul Corriere della Sera, Manuele Bonaccorsi, conferma che l’Unità (e i Ds) affoga nei debiti per una cifra da paura: 110 MILIONI DI EURO, e che a pagarli sarà lo Stato. Infatti le banche creditrici hanno ottenuto dal Tribunale di Roma l’emissione di decreti ingiuntivi contro la presidenza del Consiglio dei Ministri. La sentenza non è ancora esecutiva per il ricorso presentato dal governo quindi la decisione finale è prevista a ottobre.
Perché deve pagare lo stato? Perché un legge del 1998 del governo Prodi permette di trasferire la garanzia dello Stato (già prevista dal 1987) sui debiti dei quotidiani di partito «anche a soggetti diversi dalle editrici concessionarie», in questo caso ai Ds, in quanto «La garanzia concessa a carico dello Stato è escutibile a seguito di accertata e ripetuta inadempienza da parte del concessionario». Tradotto: siccome la Fondazione Ds è inadempiente, allora paga lo Stato, cioè noi cittadini, con tanto di interessi di mora. D’altronde la Fondazione, che ancora oggi garantisce circa 4 milioni di euro di contributo pubblico (NOI) a l’Unità, è la bad company del vecchio partito della sinistra italiana.”
“La cattiva pratica di far debiti – e non pagarli – a l’Unità non è passata di moda. Per le imprese editrici de l’Unità è il quarto fallimento in vent’anni. Ed è proprio in questi repentini crack e cambi societari che il debito de l’Unità passa in capo ai Ds, insolventi. Il rosso del giornale non dovrebbe però colpire il Pd, il cui bilancio ha “solo” 10 milioni di debiti, nessuno dei quali provenienti dal quotidiano.”
Consideriamo poi che per il solo 2012, insieme a Avvenire (che con € 4.355.324,42 è anche il più finanziato), Europa (€ 1.183.113,76), Il Foglio (€ 1.523.106,65), Italia Oggi (€ 3.904.773,62), Il Manifesto (€ 2.712.406,23), La Padania (€ 2.001.468,43), l’Unità ha ricevuto come contributo € 3.615.894,65 dallo stato. Fonte: sito del governo, http://www.governo.it/…/doss…/contributi_editoria_index.html
Il Movimento 5 Stelle vuole abolire il finanziamento pubblico all’editoria e ha presentato un disegno di legge, sostenendo che è un costo troppo oneroso per lo Stato e che il finanziamento non rende libera l’informazione ma al contrario la condiziona, oltretutto i finanziamenti sono pubblici che vanno ad imprenditori privati, togliendo in pratica il rischio d’impresa.
Auguriamo una buona lettura dell’Unità a tutti i contribuenti italiani e agli elettori del PD, sottolineando che il M5S ha rifiutato il rimborso elettorale pari a € 42.000.000,00 (Eur 42 milioni) e che grazie al fondo creato dai parlamentari 5 stelle con il taglio del loro stipendio, viene aiutata la Piccola e Media Impresa (PMI) con speciali microcrediti.