“So che ci sono persone che mi vogliono contestare sulla scuola e sono pronto a incontrare chiunque, ma libertà è rispondere con un sorriso a chi contesta e dire che non ci facciamo certo spaventare da tre fischi: abbiamo il compito di cambiare l’Italia e la cambieremo, di non mollare e non molleremo…Se la Buona scuola passa, 100 mila insegnanti entreranno ad insegnare e se non passa continuerete a fischiare senza incidere sull’educazione dei nostri figli…non lasceremo la scuola solo in mano a chi urla. La diamo alle famiglie e agli italiani…Si è persa la funzione sociale dell’insegnante e non è prendendo in mano un fischietto che gli si ridà dignità. Molte cose nel decreto legge vanno cambiate, le cambieremo. Diffidate da chi dice che ha sempre ragione. Che piaccia o no ai gufi noi salveremo l’Italia tutti insieme”. Sono queste le parole con cui il premier Matteo Renzi ha risposto alle contestazioni ricevute a Bologna durante la Festa dell’Unità. Stesse parole, stesso modo di fare usato durante i comizi alle europee mentre i contestatori venivano picchiati selvaggiamente e allontanati dalla polizia e dagli addetti alla sicurezza deL PD
Colpisce e lascia attoniti proprio il suo sorriso, il tono autoritario con cui parla, la sicurezza dei suoi pensieri e delle sue parole, il suo essere fermamente convinto che,
questa riforma sia realmente la strada giusta per una BUONA SCUOLA. I nostri parlamentari hanno “urlato” il loro NO preparando circa 800 emendamenti per stravolgere la scuola clientelare e delle imprese che il DDL vuole fermamente, ma anche in questo caso il PD ha pensato bene di ghigliottinare le opposizioni, apportando sì alcune modifiche per lo più di natura semantica che non modificano l’ideologia che sta alla base ed imbavagliando la scuola dei cittadini italiani. Ora l’azione si trasferisce dal Parlamento in strada e la risposta dei cittadini é immediata perché questo DDL, peraltro incostituzionale, é l’ennesimo attacco alla scuola italiana. E’ un vergognoso insulto alle giovani generazioni di docenti, appena abilitati all’insegnamento, ma che, paradossalmente, non potranno più insegnare, lasciando spazio ad altri che si sono abilitati anni fa, ma che non hanno mai messo piede in una scuola: tutto questo significa “sconfiggere” il precariato, licenziando i precari. Questa riforma metterà (scientemente) i lavoratori della scuola gli uni contro gli altri, a discapito della formazione degli studenti, i quali giustamente scendono in piazza assieme ai loro insegnanti. Una mobilitazione di massa, spontanea e apartitica, ha occupato e continua ad occupare molte piazze d’Italia e culminerà domani nello sciopero generale con manifestazione a Roma.
La BUONA SCUOLA non finanzia le scuole private ma investe nella scuola pubblica!
La BUONA SCUOLA non esautora gli organi collegiali nei processi decisionali relegandoli a funzioni consultive!
La BUONA SCUOLA non assegna ad un’unica persona le decisioni didattico-progettuali e formative!
La BUONA SCUOLA non crea discriminazioni e parla di inclusione!
La BUONA SCUOLA non ha un carattere aziendale!
La BUONA SCUOLA aumenta l’organico e non licenzia i precari!
La BUONA SCUOLA tutela la libertà di insegnamento!
Come M5S appoggiamo tutto il personale del comparto scolastico e parteciperemo compatti all’ “ei fu” della scuola italiana per il nostro NO al ddl della Buona Scuola.