“Il cambiamento” sa di stupore e a volte di paura, “la svolta” necessita di fede e di volontà per essere attuata.
Il tessuto sociale muta e con esso le necessità; la politica deve rinnovarsi e sapersi ridimensionare con saggezza e con giudizio.
Il comune di Livorno ha ereditato dalle amministrazioni precedenti milioni di debiti ed il cumulo di macerie è inserito in uno scenario più serio se consideriamo i tagli imposti dal governo centrale e dall’accettazione dello stesso del patto di stabilità obbligatoci dall’Europa, tagli che ormai coinvolgono tutti gli ambiti (sociale, cultura, istruzione), difficile indicare quale sia più importante.
Ma chi è alla guida della macchina istituzionale deve fronteggiare queste problematiche e saperle conciliare con ciò che la morale non vuole si tocchi. E se i tagli toccassero il sociale?
Allora bisogna cambiare la struttura stessa dell’intervento. Cercare di intervenire là dove c’è veramente bisogno e bisogna intervenire con coraggio.
La strategia dell’assessora al sociale è L’EROGAZIONE DIRETTA DEI SERVIZI come metodo per eliminare alcuni intermediari con i loro “costi di gestione” che gravano sui bilanci, valorizzando i veri volontari che agiscono gratuitamente senza contributi intercettando i veri bisognosi.
In un primo momento aveva pensato di congelare le social card per individuare quest’ultimi e ripristinarle in seguito.
Attentissima come tutti i “tecnici assessori” alle parole dei “portavoce- consiglieri”, espressione in ambito istituzionale dei propositi del Meet Up e di tutti i cittadini è riuscita a trovare un’alternativa ancora più valida: erogare i soldi in contanti, al fine di attuare in sede i controlli su un bisogno reale e assegnare successivamente i voucher.
E’ chiaro che sanificare una politica dove le risorse venivano elargite in maniera impropria non è semplice, ciò comporta dover ridimensionare le coscienze di tutti e il piano d’intervento per un tessuto sociale che non è più lo stesso. Aumenta infatti l’entità dei bisognosi e si differenziano le loro caratteristiche e diventa priorità per una giusta azione individuare quali essi siano.
La curiosità spinge anche il più preciso dei giornalisti a reperire informazioni su più fonti, fino a menzionare le “assemblee plenarie del Meet Up“, come fonte certa di ciò che l’amministrazione attuerà prossimamente, (ne è un esempio l’articolo di ieri di Juna Goti relativamente al progetto “Emporio solidale”), creando in questo modo un’insalata di informazioni tra quelle che sono le strategie di fronteggiamento dell’amministrazione verso i problemi del territorio con quelli che sono i progetti di cittadini livornesi per il miglioramento della propria città, che pur proponendo richieste d’intervento all’amministrazione, non si sa quando e in che modo le stesse saranno ascoltate.
Peccato a tal proposito che la curiosità giornalistica debba restare coerente ad un giornale ancora votato al PD, spingendo forse volutamente a chiudere gli occhi sull’ assemblea plenaria del 9 Dicembre dove Gianni Lemmetti, assessore al bilancio, parlava dei milioni di euro da coprire in qualche modo, tutti ereditati dalle precedenti amministrazioni e sulle modalità di intervento che seppur prevedendo tagli ai servizi, si prefiggeva un ripristino degli stessi in un secondo step, dopo quello dei controlli.
E la strategia attuata da Ina Dhimgjini del “nessuno deve rimanere indietro” finalizzata proprio ad arrivare ad un bilancio sociale partecipato dove tutti i servizi saranno affidati tramite bandi pubblici, rappresenta proprio i primi passi dell’attuazione di quel welfare condiviso e partecipato che quell’opposizione che fa “opposizione a tutti i costi” finge di non riconoscere.