Livorno- Al Teatro/Cinema 4 Mori si è tenuta la proiezione del film “La Trattativa”.
L’evento, organizzato dal MU Storico Cinque Stelle di Livorno ha potuto prevedere al termine della proiezione anche un dibattito con la regista Sabina Guzzanti ed alcuni parlamentari del MoVimento Cinque Stelle.
Prima della proiezione viene presentata l’iniziativa di restaurazione del centro sociale “Il Prato” ad opera delle associazioni e di alcuni attivisti del Meet Up Storico Cinque Stelle di Livorno.
David Penco, un attivista storico del Meet Up livornese, invita i presenti l’8 Febbraio ad alla proiezione de “Il più grande successo dell’euro”, film documentario sulla realtà economica in cui viviamo, di quella in cui finiremo se persisterà la mancanza di sovranità monetaria. Anche a questa proiezione succederà un dibattito con Pecchioli e con Galloni.
Filippo Nogarin interviene ricordando il lavoro degli attivisti del Meet Up, che si spendono per migliorare questa città anche organizzando questi interventi importantissimi sul piano culturale e quello dei consiglieri che definisce i veri “eroi” della città.
“La Trattativa” denuncia il legame tra mafia ad Istituzioni.
I dettagli importanti e le immagini ormai purtroppo conosciute lasciano in ognuno quella sensazione di stupore mista alla collera per ciò che conosciamo e non vorremmo più rivedere.
Al termine della proiezione la Guzzanti parla del lavoro svolto per la realizzazione del film e il dibattito si orienta anche su considerazioni personali come l’atteggiamento di solidarietà da parte di chi “veramente conta come cittadino”, ironia con la quale allude alle cariche istituzionali che mai hanno appoggiato con un messaggio di solidarietà Di Matteo, ad oggi nel mirino della mafia.
Roberto Fico considera il film attualissimo e racconta del subbuglio in Parlamento prima della nomina di G. Napolitano quale Presidente della Repubblica e degli atteggiamenti dei suoi colleghi, atteggiamenti che svelavano quasi in anticipo un nome non ancora pronunciato.
Conviene essere onesti? In un sistema del genere il dubbio è legittimo ma conclude comunque con un appello agli onesti: nonostante la legittimità del dubbio, bisogna capire che chi scappa da questo Paese sta scappando da un Paese ingiusto. Ecco che l’onestà, nel dubbio diventa in realtà un impegno sociale: essa serve infatti al bene del futuro delle nuove generazioni.
Alfonso Bonafede racconta della sua esperienza da bambino quando nelle scuole ha conosciuto i primi magistrati antimafia, i quali avevano già capito all’epoca, andando nelle scuole a parlare di onestà e di legalità, che la loro era una battaglia sociale e culturale prima di tutto.
Importante, secondo Bonafede, il concetto di “Risveglio culturale” di cui necessita il popolo Italiano.
Il suo discorso continua con fervore, tra considerazioni espresse senza timore: “Pensiamo, dopo aver visto questo film, che Berlusconi sta riscrivendo la nostra Costituzione!!!”.
Dobbiamo mettere a fuoco da cittadini tutti quegli elementi che ci portano a capire che il film è in realtà sempre attuale.
Il COLORE GRIGIO è ciò con cui identifica tutti quei provvedimenti che arrivano in Parlamento, quel grigio dove non c’è niente di netto, dove nulla è bianco e nulla è nero, dove qualsiasi atto può voler significare tutto e nulla.
“Il reato tenue” cioè ciò che non è punibile, lo scempio che c’è dietro il latinismo del “Porcellum”, la volontà di abolire le province che si è trasformata in volontà di abolire le elezioni per le province, quella di abolire il Senato che ha visto abolita l’elezione per il Senato…
E continua con le sue cento sfumature di grigio che tessono quella trama che vede i soggetti che governano il nostro presente e il nostro futuro in realtà preoccuparsi solamente di mantenere il possesso delle istituzioni: la nomina da parte di Berlusconi del sottosegretario del Ministero della Giustizia, la violazione dell’autonomia della Magistratura che avviene quando i cinque membri laici sono stati nominati da politici.
E questi sono tutti elementi che seppure in un apparente grigio, potranno essere messi nettamente a fuoco con un risveglio delle coscienze contrastante anche quei tentativi di sponsorizzare un’idea di “mafia che non esiste”, paradossalmente promossa anche in luoghi dove si fa cultura, che cerca di offuscare in ognuno di noi la messa a fuoco necessaria alla realizzazione di quel “Risveglio” tanto atteso.