Avere un’azienda di trasporto pubblico in forte deficit ed anche solo ipotizzare di non far pagare il biglietto agli utenti è una scelta folle e sconsiderata.
Oppure…
Ci sono da valutare una serie di variabili, sia sotto il profilo economico che sotto il profilo sociale.
Proviamo ad immaginare i bus di Livorno gratis, sicuramente avremmo un maggiore afflusso di utenti la cui misura percentuale dipenderà sicuramente dalla qualità del servizio, dalla puntualità e dall’affidabilità offerta.
Le strade risulterebbero più sgombre, teoricamente in maniera direttamente proporzionale alla quantità di utenti convertiti al mezzo pubblico. La circolazione dei bus sarebbe da subito più fluida, meno auto, traffico più scorrevole, meno incidenti, meno usura meccanica, minori tempi di percorrenza, maggiore rispetto degli orari, meno energia impiegata a percorrere il medesimo tratto, meno inquinamento, minore investimento in carburante, meno rumore, minore stress, maggiore salute, minore spesa sanitaria. La consapevolezza che il trasporto pubblico funziona bene, potrebbe innescare una sorta di contagio e far aumentare il numero degli utenti.
I cittadini livornesi saranno propensi ad abbandonare, magari in parte, i propri mezzi a motore per saltare da un bus all’altro per raggiungere i vari luoghi di lavoro o di svago?
La tendenza è quella di dipingere il livornese tipico come una persona indolente, ma soprattutto come persona intelligente. Nella seconda ipotesi, tenendo conto anche degli aumentati disagi sociali contingenti, lo potrebbero indurre ad un ripensamento delle modalità di mobilità individuale. Ci sono città che hanno realizzato, pur con schemi diversi, quella che potrebbe essere considerata un’utopia. Le più note in Europa sono Tallin in Estonia e Hasselt in Belgio, entrambe con risultati positivi.
Quanto incide l’incasso derivato dalla vendita dei biglietti nel bilancio dell’azienda?
Partendo dalla consapevolezza che un’azienda di trasporto pubblico non potrà mai andare in pareggio, perché le spese sono sempre enormemente maggiori delle entrate, tanto che il prezzo di un singolo biglietto per una corsa, volendo andarci pari con le spese dovrebbe costare circa 12 euro. Anche in Inghilterra, notoriamente Paese che per l’intensità di utilizzo registra fra i maggiori incassi, è distante dal pareggio di bilancio.
Per avere la stima esatta di tale influenza bisognerebbe essere a conoscenza dei bilanci della attuale gestione, ma non dovrebbe discostarsi molto dal 7 per cento. Il bus gratis, o meglio, “gratisse”, è comunque un costo per i cittadini, ma un costo che una società civile che guarda un po’ più in là del proprio naso ha tutte le ragioni di dover sopportare per il miglioramento della qualità della vita.
Non dimentichiamo anche un altro aspetto enormemente importante che si collega all’attuale problematica che riguarda la valorizzazione del piccolo commercio. Il bus “gratisse” porterebbe molti utenti e famiglie a servirsi del TPL per fare la spesa in centro , cosa che al momento molti non fanno , vuoi per il costo del servizio di trasporto , vuoi per la difficoltà di trovare posto per l’autovettura.
A Pontedera sembra esista già…http://www.comune.pontedera.pi.it/comune/organigramma/3_serviziEprogettazione/notizie/navetta_gratuita/