Ci domandiamo se il blitz dei giorni scorsi nei locali dell’ex distretto ASL di Via Ernesto Rossi, operato con tale dispiegamento di forze dell’ordine, fosse veramente necessario e soprattutto se l’emergenza abitativa di quei nuclei familiari, che ora saranno oggetto di azione giudiziaria, poteva essere risolta dalla nostra Amministrazione in modo più pacato. Se si è arrivati a questo punto vuol dire che progettualità, programmazione e pianificazione amministrativa hanno fallito: questa amministrazione ha fallito; non si può delegare ai cittadini, singoli o associati in comitati, i compiti che sono dovere di chi amministra la cosa pubblica.
Viviamo nella nostra città un momento di estremo disagio lavorativo e sociale, dove un numero sempre maggiore di padri e madri chiedono dignitosamente un supporto alla propria esistenza; alcuni di loro trovano risposte in esperienze dal basso come quella di via Ernesto Rossi, segnale di fallimento di un welfare e di una gestione dell’edilizia popolare.
La situazione era conosciuta da tempo e nulla è stato fatto da questa Amministrazione per evitare un’azione che ha mortificato non solo quelle famiglie, ma anche noi e sicuramente anche altri cittadini come noi.
Le occupazioni a Livorno hanno avuto spesso il merito di mettere in evidenzala mancanza di spazi di socializzazione e il degrado in cui versavano alcune strutture, come ad esempio il Teatro delle Commedie, il Teatro Goldoni, l’Odeon o recentemente la mensa ex Bilancia. A volte l’amministrazione ha colto questi segnali che venivano dal basso, a volte no.
Noi attivisti del M5S siamo per la legalità fuori da ogni dubbio: il rispetto della legge è certezza di diritto per tutti, anche per coloro che non hanno voce; tuttavia non possiamo accettare che si colpevolizzi un gruppo di persone che dedicano sé stesse agli altri, a chi è in difficoltà, vittime del potere economico e finanziario. Soprattutto non possiamo accettare che, ai continui inchini di questi governanti nei confronti dei potenti che fanno scorrere, indisturbati, fiumi di denaro nelle proprie casse, calpestando i diritti basilari di tutti, si contrapponga l’assenza di una posizione netta verso chi non esita, in nome di una legalità in altre occasioni disconosciuta, a mostrare il nerbo a chi non ha niente: di esempi di questo genere, a Livorno, se ne sono visti fin troppi negli ultimi anni.
Se pure esista il sospetto che certe azioni rientrino in un’ottica di campagna elettorale, crediamo che sia necessaria una politica diversa, come quella della possibilità di garanzia di un reddito minimo, in modo che tutti i cittadini possano ripartire con la stessa dignità, anche quelli che rimangono fuori da certi clamori.
Noi abbiamo un’idea diversa di come gestire il diritto alla casa: è uno dei punti cardine del nostro programma elettorale che svilupperemo con la cittadinanza; diversamente dai ragazzi della ex Caserma, riteniamo che sia possibile attuare forme di lotta differenti, anche come rappresentanza in consiglio comunale e per questo intendiamo impegnarci per dare una risposta alle esigenze di tutti i nostri concittadini, a partire dall’emergenza abitativa e introducendo forme di reddito minimo. Nel frattempo, se ci è concesso, vorremmo conoscere dall’amministrazione quanti sono gli edifici di sua proprietà gestiti direttamente e da parte di Casalp e quali sono i criteri di assegnazione adottati.