Siamo stati all’assemblea dei lavoratori della Labronica Corse, e siamo rimasti sconcertati per come l’amministrazione comunale non abbia ancora saputo avanzare una proposta unitaria ai lavoratori.
Per cercare di salvare i posti di lavoro è necessario dare continuità al lavoro stesso; quindi la querelle tra Attilio D’Alessio e Yari De Filicaia non può rubare ulteriore tempo.Spetta all’amministrazione l’onere di avanzare, il prima possibile, una proposta (valutando se sia meglio slittare il calendario estivo o se convenga puntare sulla sessione invernale) perché il tempo stringe, di sicuro ripartendo dal rispetto del protocollo d’intesa del 2011 che prevedeva la ricollocazione di tutti i lavoratori, sia nel comparto sia, evenualmente, al di fuori di esso.
La crisi economica ha sicuramente assestato un colpo mortale al mondo dell’ippica che difficilmente potrà tornare ad essere quello che è stato e, per il futuro dell’ippodromo livornese crediamo sia necessario guardare oltre le corse di cavalli.
Crediamo che il grande patrimonio del Caprilli non debba però essere sganciato dalla sorte dei lavoratori; per la sua posizione strategica, vicinissimo al mare, alle altre strutture sportive e al parco della Ceschina, potrebbe diventare un centro multifunzionale sportivo e culturale, sul modello della Versiliana di Marina di Pietrasanta.
Ci piacerebbe che i lavoratori della Labronica Corse potessero essere i diretti protagonisti del loro futuro: immaginiamo una gestione partecipata della struttura, alla quale possano contribuire, ricorrendo a forme di azionariato popolare diffuso, tutti gli imprenditori del settore ed i cittadini vicini a questo mondo.
Quello che non accetteremo mai è che per il ricatto occupazionale tornino progetti come quello della variante alla Ceschina per il quale la giunta Cosimi rischiò di entrare in crisi (con il contrasto tra Bernardo e Ritorni – e le dimissioni di quest’ultimo): il cemento non deve assolutamente devastare questa area verde.