“Nella sanità, il profitto non dovrebbe essere lecito”
questa è l’unica riforma sanitaria possibile per Gino Strada.
Il XII Incontro Nazionale di Emergency a Livorno è intitolato “Diritti o Privilegi” e, come livornesi, è un vero privilegio poter partecipare a dibattiti sul tema della sanità pubblica organizzati da chi ne ha fatto una missione di vita e tutti i giorni restituisce dignità alle vittime della guerra e di quei governi che “per amare la pace” vogliono “armare la pace”.
Ci siamo interrogati a lungo se non fosse inopportuno tirare in ballo Strada ed Emergency sulle questioni che ci sono più vicine; dopo che alcuni nostri attivisti hanno avuto modo di scambiare qualche battuta con Gino, ci siamo convinti che sia invece necessario condividere con i nostri lettori queste riflessioni.
Giovedì sera Gino strada ha presentato dati allarmanti anche per il nostro paese: “9 milioni di italiani, pari al 15% della popolazione non riesce più a permettersi cure adeguate e non si parla di soltanto di extracomunitari, ma di tanti italianissimi”.
Un dito puntato sull’assurda scelta di affidare alle regioni un compito costituzionale così fondamentale quale il diritto alla salute; una scelta, lo ricordiamo, portata avanti dal primo governo della sedicente “seconda repubblica” (che nel paese del Gattopardo assomiglia terribilmente a quelli della tanto vituperata prima), quello di Giuliano Amato con il D.L.vo 502/1992, ha affidato alle regioni la materia sanitaria e inventando l’aziendalizzazione delle Unità Sanitarie Locali.
Si è stravolto in questa maniera il fulcro di una legge, la 833/1978, che aveva spazzato via le discriminazioni di un sistema sanitario affidato alle mutue e sancito, per la prima volta nella storia della nostra Repubblica, che la sanità doveva essere “universale e gratuita” attraverso l’istituzione del servizio sanitario nazionale. A questo proposito c’è una proposta dei senatori del M5S che cancellerebbe le “Repubbliche Sanitarie” e riporterebbe la Sanità nelle mani dello Stato.
Altri, presenti all’iniziativa di ieri sera, hanno dimostrato, dati alla mano, il fallimento della politica sanitaria incentrata sul profitto e troppo spesso su attività di lucro che niente hanno a che vedere con la tutela della salute dei cittadini.
Avremmo voluto vedere seduti sullo stesso palco i nostri rappresentanti delle istituzioni: a partire dal governatore Rossi, poi il sindaco Cosimi, l’ingegner Chetoni, il flemmatico Picchi, i fedelissimi Lippi e De Filicaia, per sentirci ripetere, davanti a Gino Strada, quanto sia necessario come il pane il nuovo ospedale, come quello vecchio sia a rischio sismico e allagamento ed abbia i servizi igienici nei corridoi, che i livornesi hanno diritto all’ospedale nuovo perché ce l’hanno a Massa, Pistoia e Prato. Il primo Luglio, (parole di De Filicaia e Lippi sul Tirreno) dopo 4 anni e 266 milioni di euro destinati, diranno alla folla curiosa e assetata di notizie che cosa conterrà.
Così anche Gino Strada sarebbe venuto a sapere che in nome del profitto e forse anche del lucro, tra pochi mesi rischiamo di assistere allo stravolgimento di un pezzo del nostro territorio e di quel che resta della sanità livornese.
Abbiamo invece ascoltato allarmati le parole di Gino Strada sui poliambulatori di Emergency che in Italia ora assistono non solo gli invisibili clandestini, ma anche e sempre di più i nostri conterranei, invisibili anche loro; le parole degli altri invitati, che hanno dimostrato, conti alla mano, che “privato” non è bello e che il pubblico, seppur con i suoi limiti, garantisce buone prestazioni con spesa inferiore.
Abbiamo applaudito, lo abbiamo sentito davvero uno di noi!.
Confidiamo pieni di speranza che le parole di Gino possano indurre ad una riflessione, seppur tardiva, se non ad un ripensamento per chi, facendo gli onori di casa, ha evidentemente avuto imbarazzo per illustrare i suoi progetti futuri.
Se l’amministrazione livornese pensava di usare l’immagine di Emergency per ripulirsi la coscienza e fare campagna elettorale si è sbagliata di grosso ed i fischi verso il sindaco di Livorno ne sono una testimonianza.
Viva Emergency! Viva la Sanità Pubblica!