La caccia ai parlamentari 5 stelle è lo sport più in voga in questi giorni, a Roma: ne sono protagonisti i massmedia, che stanno esercitando una pressione mai vista prima su questi strani alieni atterrati a Montecitorio e a Palazzo Madama.
C’è un’attenzione spasmodica su un soggetto che ancora non si è insediato in Parlamento ma sul quale si sta già cercando di scaricare le “responsabilità”, quasi fosse causa dello sfacelo di questi 20 anni durante i quali, è bene ricordarlo, centrodestra e centrosinistra si sono alternati al governo con scelte spesso senza soluzione di continuità.
Su tv, radio e giornali vanno servizi impietosi, che dipingono ora una setta di yesmen e yeswomen, ora persone emozionate (e quindi inadeguate) a rivestire cariche finora destinate ai “professionisti della politica”.
Abbiamo avuto il piacere di lavorare, soprattutto nell’ultimo anno, a stretto contatto con le altre realtà toscane e conosciamo il valore di tutti gli eletti della nostra regione.
Si esige quasi fosse un dovere che il M5S dia la fiducia a un governo di centrosinistra, in pieno stile prima repubblica, quando i governi si facevano calcolatrice alla mano. Si ignora, o si finge di farlo, che lo si sta chiedendo proprio a quel soggetto che si è presentato come alternativa alla logica di potere partitica. Per questa presa di posizione, chiara fin dall’inizio, il M5S è stato in ogni modo vituperato proprio dal PD che ora ne pretenderebbe l’alleanza. PD che, per un intero anno di Governo Monti e con la stessa dirigenza attuale, ha messo in luce che di vero bipolarismo PD/PDL non si poteva parlare.
L’ipotesi Bersani non è l’unica alternativa, c’è l’opzione del cosiddetto “Governo del Presidente”, che non deve per questo avere niente a che vedere con il precedente governo dei “tecnici”.
Va da sè che, tra coloro che hanno votato cinque stelle, molti abbiano in passato votato per il centrosinistra o per il centrodestra, ma c’è una componente importante di elettori che negli ultimi tempi aveva disertato le urne.
Ci diverte che nelle analisi post-voto i frastornati dirigenti dei partiti affermino che quelli del Movimento 5 Stelle siano voti “loro”; un concetto di proprietà legato all’espressione di un singolo cittadino che non comprendiamo, ne’condividiamo.
Ci fa sorridere che chi non ci ha votato pretenda che sosteniamo Bersani: non è certo questo il mandato con i quali i nostri parlamentari sono stati eletti. Nel codice etico delle Parlamentarie, i candidati si impegnavano a “non associarsi con altri partiti o coalizioni o gruppi se non per votazioni su punti condivisi”: NON POSSIAMO, NON VOGLIAMO, NON DOBBIAMO.
Diverso è parlare delle singole proposte perchè, su quelle che riterremo utili per il paese e coerenti con il nostro programma, non avremo alcuna remora a convergere, come stiamo dimostrando in Sicilia con il Governo Crocetta.
Comprendiamo lo sgomento di chi confidava nel definitivo tramonto del signore di Arcore ma se a tutt’oggi Berlusconi è politicamente vivo la responsabilità sta soprattutto in un centrosinistra che non ha mai fatto la legge sul conflitto d’interessi (o, meglio, SUI conflitti d’interessi, visto che non riguardano certo solo S.B.).
PD e PDL davvero rappresentano per molti versi due facce della stessa medaglia.
L’uno si è sempre detto unico antidoto per l’altro: per la terribile minaccia komunista da un lato e per il berlusconismo dall’altro. Tra promesse da imbonitore elargite con potenza mediatica ben degna di un regime e smacchiature di giaguari (era Crozza o Bersani?), di contenuti se ne son visti pochini.
L’invito di Berlusconi a votare PD piuttosto che i centristi, fa pari con il Letta di “sinistra” (buon sangue non mente) che definiva più accettabile il voto per Berlusconi che per il Movimento 5 Stelle.
Entrambi rappresentano meschine convenienze di parte, consentite purtroppo da una legge elettorale che definire “porcata” è fin troppo generoso.
Cambiarla è una delle nostre priorità.
Cari partiti, chi è causa del suo mal pianga sè stesso.
Vi invitiamo a sottoscrivere l’appello di MicroMega perchè sia applicata la legge 361/1957 che sancisce come Berlusconi sia ineleggibile in quanto “referente economico di una società concessionaria di frequenze televisive”.
Per i parlamentari 5 stelle sarà un vero piacere farla applicare.
Chiudiamo augurando di cuore buon lavoro a Laura Bottici, Alfonso Bonafede, Alessandra Bencini, Massimo Artini, Sara Paglini, Marco Kito Baldassarre, Chiara Gagnarli, Samuele Segoni, Maurizio Romani e a tutti i nostri eletti!