Pubblichiamo volentieri questo contributo di Maurizio Zicanu del Comitato contro il Rigassificatore Offshore di Livorno e Pisa
Ieri (16 dicembre n.d.r.) Livorno e il suo mare sono stati colpiti da una violenta tempesta. Le cronache parlano di venti fino a 110 km orari e onde alte 6/8 metri (11 metri pochi km più a nord).
Penso che non siano stati pochi i livornesi che si sono domandati: ma cosa sarebbe successo se il rigassificatore fosse in funzione?
Domanda inquietante perché nessuno, in realtà, è in grado di rispondere e non solo perché quello di Livorno sarebbe l’unico terminale di rigassificazione su nave al mondo e quindi non esiste una casistica di eventi da consultare.
Nessuno è in grado di rispondere anche perché la società OLT si è sempre ben guardata dal considerare una simile, terrificante ma purtroppo possibile, ipotesi.
La OLT ha considerato onde alte da 50 centimetri a 2 metri e ha scartato ipotesi diverse come “improbabili”, negando l’evidenza di fenomeni che gli esperti definiscono in aumento: le libecciate.
La commissione degli esperti internazionali ha evidenziato tale omissione, inserendola fra i 66 rilievi e le 12 raccomandazioni contenute nel suo rapporto finale, e chiedendo alla OLT di dimostrare che “non è possibile che, durante il trasferimento in condizioni meteorologiche estreme, i bracci [di scarico del gas] superino il proprio inviluppo massimo prima che il trasferimento venga interrotto.” provocando quindi una fuga di gas e danneggiando i serbatoi del terminale.
La OLT ha comunicato di aver risposto alle molteplici contestazioni degli esperti internazionali ma tale documento non è stato reso pubblico.
Ritengo che sia doveroso conoscere le risposte della OLT in modo da permettere ai cittadini di dare un giudizio completo su un impianto che, come sempre sostenuto, non solo è inutile agli interessi economici della città e del suo territorio, non solo è dannoso per l’ambiente ma è anche estremamente pericoloso.
Maurizio Zicanu