Domenica 31 luglio dopo un rapido passaparola tra attivisti del MoVimento ci siamo dati appuntamento per andare a pulire la spiaggia di Calignaia perchè da un sopralluogo precedente avevamo visto spazzatura ovunque, bidoni rovesciati, etc.
Nel nostro non voler essere un partito c’è anche questo: voler dare un contributo fattivo, e non soltanto ideale, al cambiamento necessario a questa nostra città, come alla nostra Italia, e dal momento che come si dice che le “chiacchere stanno a zero” abbiamo voluto sporcarci le mani, gioiosamente, per contribuire al “bene comune”.
Rendes-vous di prima mattina al Metamare (ancora un pò segnati dalla notte bianca per dire la verità), siamo poi scesi sotto il ponte armati di buona volontà, tshirt dei Grilli Labronici e di sacchi; alla fine ne abbiamo riempiti sei, riuscendo anche a differenziare vetro, plastica e alluminio; se lo venisse a sapere la Sovraintendenza per i beni archeologici ci farebbe un esposto perchè alcune lattine erano reperti di almeno 30 anni!!!
I bagnanti sembravano sinceramente riconoscenti e a noi questo bastava; un bel bagno rigenerante prima di risalire è stato un ottimo premio per la crew cinquestellata.
Non vi possiamo dire quanta rabbia e delusione abbiamo provato nemmeno tre giorni dopo, ritrovando la spiaggia quasi nelle medesime condizioni, con i bidoni nuovamente rovesciati e il pattume sparso un pò dappertutto!
Passato il momento di forte rabbia per un gesto di stupido vandalismo è sorta all’interno del nostro gruppo spontanea una riflessione sul perchè alcuni livornesi siano così poco rispettosi (a dir poco) dei loro beni comuni: il mare, il patrimonio architettonico, etc.
Questa è la città delle leggi liburnine che hanno fatto si che Livorno fosse già nel seicento una città multiculturale, nella quale il culto religioso ebraico non conoscesse ghetti, dove comunità di armeni, olandesi, inglesi, greci convivessero pacificamente arricchendo la città di tanti monumenti (alcuni dei quali purtroppo in evidente stato di degrado).
Questo secondo noi dovrebbe significare l’adagio “se vo’ fa ‘ome ti pare, vieni a Livorno” ma per gli altri invece è un manifesto anarcoide (e non anarchico l’anarchia è un’utopia nobile, che parte proprio dal rispetto per gli altri); del resto un altro detto locale recita che “le leggi in Toscana durano una settimana … a Livorno un giorno!“.
E si vede
Questa è la città del Vernacoliere e della beffa delle statue di Modigliani, fin qui tutto bene, che deve però imparare ad amarsi maggiormente: banale dirlo ma il diritto dell’uno finisce dove inizia quello dell’altro, e il diritto ad avere una città decorosa, pulita, salubre dovrebbe essere inviolabile.
Basta con quelli che si trincerano dietro i “perchè dovrei occuparmene io, se tanto non lo fa nessuno“, degnamente rappresentati da amministrazioni che realizzano controvoglia, e male, piste ciclabili salvo poi occuparne una parte per due settimane durante la festa del partito-padrone della città o che sospendono la raccolta differenziata per Effetto Venezia nel quartiere, o che ancor più grave non bloccano il traffico veicolare quando i livelli delle polveri sottili sfondano per l’ennesima il limite consentito.
Non sappiamo chi abbiamo deturpato di nuovo Calignaia, magari non sono neppure livornesi, ma di sicuro qua c’è un terreno fertile per quelli che se ne fregano…
Quel “se vo’ fa ‘ome ti pare, vieni a Livorno” quindi ci piace ma a metà, quando ci parla di libertà di espressione, di culto, di comunità diverse che convivono, mentre se si traduce nella mancanza di rispetto per gli altri e per l’ambiente ci fa cacare!
Noi non ci scoraggiamo certo per questo, al contrario torneremo presto a pulire le spiaggie e non solo: abbiamo un idea, il progetto “Livorno Bene Comune” con il quale vogliamo sostenere tutti coloro che già oggi si occupano dei beni comuni e innescando così un circuito virtuoso.
Speriamo che le nostre iniziative responsabilizzino il maggior numero di persone: lasciare un solo mozzicone di sigaretta sulla spiaggia è un gesto incivile: noi esigiamo su questo tolleranza zero, e che simili gesti incivili vengano sanzionati non con multe pecuniarie ma con attività socialmente utili da svolgere.