Digital divide alla livornese
A proposito di uno dei tanti annunci fatti e poi disattesi da questa giunta c’è il caso del Centro Commerciale Naturale di Borgo che prevedeva di rilanciare le attività commerciali anche attraverso un WiFi District gratuito; questo avveniva nell’AD 2008, tutto annunciato pomposamente dalla Giunta, anche sui Totem esposti in piazza Giovine Italia e piazza Mazzini.
A distanza di 3 anni ovviamente non se n’è fatto di niente, e l’annuncio sul cartellone così com’era apparso, è stato pietosamente rimosso, magari qualcuno lo poteva anche pretendere sul serio e incazzarsi.
Ora, noi non crediamo che il wifi gratuito sia la panacea di tutti i mali, visto che la maggiore minaccia al commercio di Borgo è l’apertura della Porta a Mare e delle attività commerciali nuove fiammanti, ma di certo in un periodo di crisi come questo poter usufruire di un servizio di accesso alla rete gratuito non è una cosa malvagia.
Girando un po’ il nostro paese è facile vedere come ci siano amministrazioni più attente della nostra (facilissimo) si dotano di wi fi area che in un periodo di crisi aiutano a combattere quel “digital divide” che rende il nostro paese più simile all’Africa sudsahariana che all’Europa, e non serve andare nel nord, perché anche a Salerno centro è naviga liberamente.
Nel nord Africa le rivolte sono nate tramite Twitter e Facebook… ci fosse stata la rete italiana Mubbarak, Gheddafi e Ben Ali avrebbero continuano a dormire sogni tranquilli.
Oltre all’aspetto più sociale del digital divide, va considerato anche il ritorno che un servizio del genere avrebbe nelle zone “connesse”.
Gli ultimi dati parlano di 20 milioni di dispositivi cellulari “smartphone” quelli cioè in grado di connettersi alle reti wifi, un fenomeno con un trend di crescita del + 50% rispetto l’anno scorso.
Avere un “hotspot” gratuito per l’accesso ad internet sarebbe, soprattutto per i giovani, uno stimolo a frequentare particolari zone della città. Dove sarebbero i vantaggi in tutto ciò? Più persone nella stessa zona, più potenziali clienti per i vari negozi della zona.
Non è un incentivo al consumismo, ma è la normale conseguenza di una frequentazione continuativa in un determinato posto da molte persone. E’ bene essere chiari, non si sta inventando niente! Negli Stati Uniti, alcune catene hanno costruito il successo del loro brand con questa strategia (Starbucks docet) fornendo cioè un accesso wifi alla clientela, con il risultato che puntualmente non si trovano mai posti disponibili all’interno di uno di questi locali.
Occorre però trovare una copertura finanziaria per mettere in pratica qualcosa di tutto ciò. Un’idea potrebbe essere quella di chiedere ai negozianti delle zone interessate (attraverso Confcommercio, Confesercenti e CNA), la partecipazione al progetto per fornire questo servizio al cittadino (ed indirettamente cliente), cosi come avviene per le varie luminarie durante i periodi natalizi.
In alternativa, potrebbe essere sfruttata la connettività dei vari uffici comunali e fornire, attraverso di essa, l’accesso ad internet.
Anche i cittadini/esercizi stessi, che hanno delle connessioni internet permanentemente attive, potrebbero partecipare alla creazione di questo servizio (magari opportunamente incentivate), come ad esempio accade per gli utenti Fonera.
Quali sarebbero gli ulteriori capitoli di spesa da coprire economicamente? Sicuramente i consumi d’elettricità di qualsiasi dispositivo utilizzato per la fornitura del servizio (access point, router adsl, etc etc), in aggiunta ai costi della fornitura della connettivita’ (in caso di rete civica questo potrebbe essere azzerato).
Senza pretendere di fornire un servizio professionale, ma giusto una connettività “best effort” agli utenti (non dovrebbe essere questa la connessione per potersi scaricare i film da internet – al di là della questione legalità), con qualche collegamento adsl opportunamente posizionato nei luoghi di maggiore frequenza, si potrebbero coprire ampie zone di città (500 E/mese come costo complessivo indicativamente non dovrebbe essere lontano dalla realtà).
Chiedere un “contributo” agli utenti per il pagamento delle spese vive (con 1 euro/settimana ad utente si avrebbero delle potenziali cifre significative) potrebbe essere un’ulteriore via per finanziare il tutto.
Quali sarebbero i costi di hardware e software per la messa in opera di tutti i sistemi? Anche Zero! Siamo convinti che molte persone parteciperebbero con le loro capacità, il loro tempo, e le loro risorse nel mettere in piedi il tutto. Si potrebbero anche riutilizzare pc datati per fare da infrastruttura per questo tipo di servizi, in modo da ridare nuova vita a ciò che viene considerato oggetto da rottamare, cosi come il software opensource e free verrebbe usato per gestire la piattaforma del progetto.
Inoltre Livorno dovrebbe aderire alla Rete Free Italia Wi-FI, la prima rete federata nazionale di accesso gratuito ad Internet senza fil, che consente di possibile navigare gratis non solo nelle aree WiFi pubbliche della propria città, ma anche nelle altre reti WiFi delle amministrazioni che hanno aderito alla rete nazionale.
Noi pensiamo che a Livorno si dovrebbe partire dalle aree pedonali del centro, spesso deserte rendendole wi fi area potrebbero ritrovare nuova vitalità riempiendosi di internet point gratuiti, riducendo i costi per attività commerciali e famiglie; ogni quartiere dovrebbe avere un area wi fi per partire… per poi estendersi al resto della città.